giovedì 24 ottobre 2013

Il Caffè più caro del mondo

Se mai vi trovaste a Bali, affittate un taxi per qualche ora e fatevi portare in una piantagione dove coltivino e producano il Kopi (caffè) Luwac, o semplicemente il  Luwac.
E' il caffè più raro e caro del mondo, ancora più costoso del mitico Hawaian Blue, prodotto esattamente nello stesso modo, ovvero:
Solo i  chicchi di caffè migliori vengono scelti dal Luwac, una specie di procione, per cibarsene. Li digerisce (solo la polpa dei chicchi) e poi naturalmente   li espelle  negli escrementi. I chicchi, che assumono un nuovo aroma, vengono raccolti e poi tostati a mano lentamente sul fuoco.
Viene servito versando il caffè ( un cucchiaino da Te' per tazza ) direttamente in acqua bollente.
Assagiatene nelle piantagioni locali una tazza,  vi costerà sui 10 dollari, e portarvene a casa una bustina per 22 tazze circa 40 dollari. In America questo caffè costa sui 1000 dollari al kilo.

Si', vi sto suggerendo di bere un caffè di merda.
Voster semper Voster
ChePoiPotreteBullarveneConGliAmici Emigrante

martedì 22 ottobre 2013

Come Hemingway

Mi sveglio prima dell'alba ormai da anni . Dalla finestra del Westin Nusa Dua, Bali -Indonesia ,  osservo frotte di turisti insonni per il Jet lag, arrossati come crostacei che con occhi stralunati e  quasi con disperazione cercano la sala della colazione.
No, non sarò mai uno di loro, non sono nato per essere un turista. Sono anni che non mi godo un viaggio, troppi aerei, troppi spogliarelli improvvisati ai controlli di sicurezza. Troppa gente sudata impegnata a portare il loro nulla, la loro insensibilita' da un punto A che chiamano casa ad un punto B che chiamano vacanza. E nessuna sostanziale differenza vi e' tra questi due punti, a parte forse la pasta scotta o il caffe' un pò piu chiaro o acquoso.
Ma oggi ho qualche ora libera, ed assumo un tassista che mi faccia da guida.
Perplesso mi guarda quando gli chiedo di portarmi in posti "corretti". Smiley, cosi' mi dice di chiamarlo,  non capisce : " Sir, what do you mean by correct places?"
Portami in posti che ami, che sono imperfetti che sono sporchi e che siano lontani dalla gente sudata e dalla pelle arrossata.
Mi ritrovo cosi' in un santuario con un pareo viola a coprirmi le gambe ed una fascia gialla a manifestare il rispetto agli Dei.
E subito dopo a sorseggiare silenzioso un caffe' polveroso che ho reso lattiginoso con della panna, instabile su una precaria di una panchetta di un barettino  a strapiombo sul mar di Bali.
E Smiley che mi chiede se mi va di vedere il pescato dei suo fratelli, stanno tornando da una lunga giornata di pesca.
Hanno preso del pesce simile a degli sgombri mediterranei ma con una specie di spada. I fratelli di Smiley mi chiedono se ne voglio un po', mi sarebbe piaciuto prenderne qualcuno e farli bolliti con un filo d'olio e dell'aglio.

No, non sarò mai un turista, sono  un viaggiatore.
Voster semper Voster
HHEmigrante





domenica 20 ottobre 2013

Dei pensieri di quando corro

E' un alba di Ottobre a Bali, Indonesia. Il sole trova un mondo gia' umido a queste latitudini e quasi pallido e misericordioso sembra trattenersi. Poveri, in templi indu',  sciacquano i miseri panni. La marea e' bassa e gli inservienti degli Hotel innafiano i giardini e preparano le spiagge per i turisti.
E' un momento magico, le statue  elefante del Dio Ganesh sembrano approvare in contemplazione, quando la pace e' l'armonia vengono turbate dalla seguente conversazione rumorosa in italiano:
- E' basta fijo mio pure io mo so' confuso,  non lo so dove siamo!
Fa una voce dall'accento abbruzzese

- Ma se non lo sai tu dove siamo, io che ti porto a fare?
Risponde  un tizio sulla quarantina, bello come un Dio greco (avete notato che nei racconti quelli belli sono sempre belli come Dei Greci? Si'? )  ed in grandissima forma fisica, elegante nella sua tenuta da corsa mattutina.

-E ma pure c'ho dei limiti. E prima a Roma , e poi a San Francisco, e mo' Bali. Bisogna che calmi. Io non ti ci sto piu' dietro e mi so' perso. Ebbene si,  mi sono P E R S O
Fa la voce ormai irritatissima, dal distinto accento abbruzzese.

- Come mai il mio GPS per la corsa mi parla? E poi, come mai parla con accento abruzzese?
Fa il  tizio elegante, distinto e suadente , e che attira l'ammirazione degli sguardi di uomini e donne.

- Questa conversazione sta avvenendo nella tua capoccia, Emigrante. Io,  il tuo  GPS non riesco ad agganciare i satelliti, sono confuso e non riesco a dirti a che ritmo corri, perche' hai cambiato troppi paesi in pochi giorni. E poi, Ti sembra possibile che esistano GPS per la corsa con accento abruzzese?

Ecco, piu' o meno a questo stamani pensavo mentre correvo a Bali.
Voster semper Voster

giovedì 17 ottobre 2013

E basta!

E chiamo dall'Italia in America e la sua vocina lamentosa mi risponde con "Helloooo?"
E chiamo dall'America in America e  la sua vocina "Hellooo?" si ripropone
E l'altro ieri chiamo  in ufficio e la voce flebile e seccata  mi fa: ' Io sono molto malata, non mi chiamare di continuo, oppure cambio numero!".
Senti vecchia americana della minchia:
1) Settimana prossima saro' a Bali,  e saro' a 17 ore di fuso, quando tu dormi io sono sveglio
2) Io non voglio chiamarti per nulla, sto solo chiamando numeri di lavoro e non so perche' rispondi tu . 3) Sappi che sto desiderando ardentemente per te una lunga vita, ma piagata dal fuoco di Sant'Antonio.

E basta!
Voster semper Voster
UnPo'SeccatoConLAVecchiaELaTecnologia  Emigrante

lunedì 14 ottobre 2013

E' che...

Sto preparando un viaggio da 36 ore. Sulla terra non su Marte!
Parto Venerdi', che ci volete fare?
Voster semper Voster
NellaBayAreaEmigrante

giovedì 10 ottobre 2013

Dell'Inflessibilita' Italica

Qualche giorno fa a Roma un Emigrante italiano in visita nella capitale della nostra bella e cara Italia decide di fare un giro a Piazza San Pietro.
Vi era il caso che un tizio con uno zuccotto bianco sulla capoccia e che guida una macchina scassata stesse officiando un suo qualche rituale.
L'Emigrante italiano galvanizzato da un certo friccichio della giornata  romana,  mettendosi una mano in tasca e fischiettando allegramente prova a vercare l'ingresso alla piazza presidiata da un manipolo numeroso di poliziotti in divisa. Recatosi cosi' all'ingresso con la sua ormai nota camminata internazionale viene cosi' aspostrofato da un poliziotto della ciociaria:
- Poliziotto : Embe' paisa' mo dove vuoi andare?
- Emigrante : nella piazza San Pietro, perche' non si puo'?
- Poliziotto : Ntzu , non si puo'. E' tutto blindato, non lo vedi ca ci sta lu Papa?
- Emigrante: Eh, apposta ci voglio andare; per vedere il Papa
- Poliziotto: Eh, fresca! A te stava aspettando lu Papa. Che non lo sai che ci stanno li terruristi? Non si puo' passare, chi nun lo vedi che qui noi stiamo a fare la guardia?
- Emigrante: ma io non sono un terrorista, volevo vedere il Papa e San Pietro!
- Poliziotto: Seee e che mi vuoi gabbare? Si tu eri nu terrurista mica lo dicevi! Vattene che ti mettu allu gabbio sa!

Piegato alle ragioni di stato della maschia ed inflessibile vigilanza italica, l'Emigrante si avvia mesto verso un'altra meta,  quando scorge un gruppo di turisti americani di Pocatello- Texas che scavalcano indifferenti le basse transenne (40 cm)  che delimitano il colonnato di Bernini, ed entrano tranquillamente e senza alcun controllo in piazza San Pietro.
In effetti l'Emigrante riflettendoci un po' su trova la cosa ragionevole, in fondo un terrorista  non si azzerderebbe mai a scavalcare come un qualsiasi turista del Texas, ma da sportivo  sfiderebbe il varco creato dalla astutissima e numerosissima polizia italica.
Si',  fossi un terrorista islamico avrei timore di sfidare le misure di sicurezze italiche. Avrei paura che potrebbero spararmi per errore su un piede.

Voster semper Voster
Sono Pazzi Questi Romani



sabato 5 ottobre 2013

Brevi aggiornamenti di una mente stanca

No, non ho sonno. Le 4 del mattino di una Domenica italiana dove Ottobre  ė arrivato e mi ha sorpreso, concentrato come sono su viaggi infiniti tra due vite, tra un tempo passato ed un tempo che ancora non ė.
L'Italia non mi lascia mai indifferente, spesso mi fa arrabbiare e poi mi lascia a bocca aperta con scorci la cui bellezza non ha rivali. Potrei passare ore ad osservare il Cupolone dalla galleria che immette alla magnificenza della Cappella Sistina. Se solo non ci fossero orde di turisti sudati distratti dal chiacchericcio informato di guide che ripetono senza passione una storia che nemmeno loro più ascoltano.
E mentre a  Milano passerò questa settimana,  già preparo un infinito viaggio dalla California a Seul e Singapore. E Bali.
Miglia da percorrere prima di dormire.
Voster semper Voster