venerdì 27 marzo 2009

Ora sono tecnicamente un aspirante emigrante

Ho iniziato le pratiche per ottenere lo status di residente permanente negli States, la famigerata carta verde che sancira' ufficialmente (speriamo) il mio stato di emigrante.
Tecnicamente fino ad adesso con il mio visto L1A sono definito un "Alien", che di verde non ha la carta ma semmai le antennine. L'azienda ha graziosamente deciso che la mia presenza qui e' indispensabile. Quindi ha assunto uno studio legale che per la "modica" cifra di 14 Mila dollari mi fara' ottenere la sospirata Green Card. Immagino che debbano corrompere, grassare e mettere una testa di cavallo morto nel letto dell'ufficiale dell'immigrazione, 14 mila cucuzze sono tante.
La pratica e' cominciata con le visite mediche a cui tutta la famiglia si e' dovuta sottoporre. In particolare dopo la visita generale, vi rifaranno tutti i vaccini delle elementari ed in piu' i test per la sifilide, HIV e TBC. Proprio quest'ultimo e' il problema per noi europei. Sappiate infatti che poiche' siamo vaccinati da piccoli, la nostra risposta immunitaria a questo test sara' sempre positiva. Immaginatevi il medico che legge gli esisti degli esami di Sifilide ed Aids e vi dica:"ahi ahi siete posistivi". Naturalmente non appena vi avranno rianimato e praticato la respirazione bocca a bocca e rinverrete, ai raggi X risultera' che non avevate un accidenti di nulla. Durante le visite mi sono immedesimato nei nostri paisa' del secolo scorso che venivano esaminati a milioni ad Ellis island. Tutto sommato non molto diverso da allora, un esame sballato e le porte dell'America si chiuderanno per sempre.
Sotto nella foto a sinistra , con grandi baffoni neri, mia moglie. In centro vicino alla guardia i gemelli. Il gaga' in frac sulla destra che osserva la scena con l'aria divertita sono io.
Voster semper Voster

sabato 21 marzo 2009

Io, Marcovaldo ed il fungo Johnny

Oggi vagavo per la mia proprieta' con l'occhio del padrone illuminato. Un po' gentiluomo di campagna ed un po' aristocratico rinascimentale. E pindaricamente (no dico, pindaricamente, siete su un bog colto o no?) disegnavo mentalmente dove ricostruiro' in California il tempio di Hera Lacina. Praticamente a me quelli che si fanno il tetto spiovente in stile baita valdostana a Cinisello Balsamo mi fannno una semplice. E mentre venivo colto da questa crisi di megalomania, che mi vedeva incarnato in un novello Lorenzo il Magnifico artefice di un rinascimento americano, ecco che lo vedo. Piccolo, cicciottelo e con la capocchietta marrone. Un fungo porcino in California!
E' come se camminando per San Francisco ti comparisse il tram 15 arancione che prendevi da studente delle superiori per andare a scuola. Che vi debbo dire? Mi sono sentito Marcovaldo di Calvino che si curava i funghi alla fermata del tram. Al mio fungo ho dato un nome, Johnny, che mi pare gli stia bene. L'ho colto e l'ho portato con me per fare il tagliando della macchina. La signora che mi ha preparato il conto, mi ha fatto pure i complimenti per il fungo ma mi ha guardato in maniera strana.
Non temete non sono impazzito, ho solo un po' di febbre e deliro. Dovrei rimettermi presto. Il fungo Johnny pero' esiste davvero.

giovedì 19 marzo 2009

La Pubblica indignazione americana per il bonus ai dipendenti AIG

Come ricorderanno i lettori piu' attenti di questo blog, l'opinione pubblica americana e' periodicamente polarizzata da un argomento in particolare che viene dibattuto in maniera ossessiva ad ogni ora e su ogni possibile media, e che occupa qualsiasi conversazione quotidiana. Naturalmente ultimamente di solito e' la crisi econonomica.
Ma da qualche giorno il bonus ai dipendenti AIG domina tutte le discussioni. Per sintetizzare AIG e' una societa' di assicurazioni che che aveva trovato un modo furbissimo per fare i soldi; praticamente assicurava quasi tutti i debiti in dollari inclusi i famigerati mutui subprime (quelli dati a gente che non avrebbe mai dovuto averli per intenderci). In pratica in passato ti aprivi una bella Banca che si occupava solo di mutui e prestiti e la chiamavi (mettiamo il caso) "Da Gennaro o Vibrione, mutui per tutti e per tutto, e non vi spezziamo nemmeno le braccia se non pagate".
Quando il cameriere Tonnuzzo ti dichiarava di guadagnare 200 Mila dollari l'anno per ottenere un mutuo da un Milione, te facevi spallucce e ci credevi, perche' tanto andavi da AIG che ti assicurava contro l'insolvenza. Se Tonnuzzo non pagava invece di mandargli uno che gli spezzava le gambine, andavi da AIG che ti dava per intero i soldi che gli avevi prestato. AIG guadagnava sull'assicurazione e le banche potevano continuare a prestare Milioni a poveracci che mai avrebbero potuto ripagare i debiti.
Naturalmente AIG ha fatto un sacco di soldi, ma secondo voi che e' successo non appena a milioni non hanno pagato piu' i mutui? Che l'AIG ha dovuto pagare miliardi di dollari di indennizzi alle banche e naturalmente non aveva abbastanza soldi. E siccome AIG assicurava praticamente tutte le banche al mondo (piu' dei Loyds di Londra), per evitare il collasso delle banche lo stato americano ha investito 170 Miliardi di dollari per evitare il fallimento di AIG.
Quello che in quesi giorni si e' scoperto e' che le menti di AIG che avevano inventato questa linea di business avevano contratti di lavoro che li garantivano dal guadagnare almeno quanto l'anno precendente. In pratica un bonus gli copriva l'eventuale diminuzione delle commissioni sulle polizze assicurative. Il totale di questo bonus e' di 170 Milioni di dollari con qualche tizio che si intasca oltre 6 milioni. Ma siccome gli americani sono un tantino incazzosi, il senato ha appena approvato una norma che tassa al 90% i bonus ricevuti dalle aziende statali aiutate dallo stato per oltre 5 Miliard dio dollari. E finalmente quegli scienziati di AIG pagheranno la crisi che hanno (largamente) aiutato a creare.
Che poi quando penso che sponsorizzano il Manchester che ha battuto l'Inter in coppa.........in galeraaaaa!
Voster semper Voster

martedì 17 marzo 2009

l'America in saldo

Dopo tempo immemorabile torno a scrivere sul blog. Vi ricordate di me, si'?
Sto lavorando intensamente in ufficio per un evento che mi portera' ad Orlando in Florida ad Aprile. E soprattutto sono immerso nei lavori per la casa. Come sa chi ha vissuto l'esperienza di ristrutturare una casa, si vive nella costante angoscia del muratore che improvvisa esclama :"ahi questo non va bene, non va per nulla bene". Ormai in base a quanto scuotono la testa nell'esclamare che una cosa non va bene so dire ad occhio a quanto ammontera' il danno inatteso. Testa scossa una volta sola e si tratta di mille dollari, testa scossa indefinitamente con l'aggiunta di misteriose ed oscure litanie tipo "dovevano usare il legno del Volga anziche' della Slavonia", e potete stare certi che il conto e' oltre le quattromila cucuzze.
Ma non e' di questo che volevo scrivervi, ma dell'esperienza surreale di entrare nei negozi che vendono materiali per l'edilizia o per la ristrutturazione di casa, dove il panorama appare dapprima entusiasmante per il compratore per poi assumere un vago sapore felliniano da Amarcord.
La principale catena di questo genere di negozi e' Homedepot (simile al Castorama per intenderci) che sta chiudendo un quisquiliardo di esercizi. Ed i negozi che chiudono svendono tutto comprese le scaffalature. Per carita' si fanno ottimi affari, ma alla lunga e' deprimente che tutto sia sempre in saldo. Non c'e' gusto e non e' sportivo. Ed in mezzo a questa orgia di cartelli di sconti con cifre enormi (nei cartelli e nelle cifre) un solo uomo si aggira impavido per i corridoi. E' un emigrante italiano che tutti i commessi di Homedepot venerano come una leggenda vivente (e di cui qualcuno mette in dubbio l'esistenza). Vi sono leggende pazzesche su quest'uomo; la piu' curiosa vuole che in realta' sia uno scagnozzo di Obama che maschera in questo modo il bail out per Homedepot. Si mormora che la sua carta di credito sia addirittura consunta ai bordi per via dell'abbondante utilizzo nelle macchinette POS.
Spero che questa recessione finisca, lo spero proprio, non so se io e la carta di credito ce la facciamo a sostenere l'economia ancora per tanto.

martedì 10 marzo 2009

Dedicato a chi sta pensando di emigrare con figli

Riflettevo che quando mi sono trasferito in America (dal Luglio del 2007) una delle principali preoccupazioni era la lingua per i bambini. Avevano da poco compiuto 4 anni (sono gemelli) e non parlavano ovviamente inglese. Stavano cominciando a creare relazioni forti con i loro amichetti dell'asilo. Quando decidemmo di accettare la proposta della mia azienda di trasferirmi non vi nascondo che io e mia moglie eravamo fortemente preoccupati per loro. Ma sono bambini coraggiosi, non si sono mai lamentati e nemmeno lasciati scoraggiare. Sono orgoglioso di loro. Mai un lamento, mai capricci per non andare in una scuola dove non capivano un accidente di cio' che gli chiedevano. Le prime lezioni alla pre-school (asilo) non capivano una sola sillaba di cio' che la gente diceva intorno a loro. Il primo Natale, dopo pochi mesi di scuola, riuscivano pero' gia' ad interagire con semplici espressioni in inglese. Ora dopo quasi due anni stiamo disperatamente cercando di fargli mantenere l'italiano. Tra di loro parlano inglese. A volte usano in italiano mettere gli aggettivi prima dei sostantivi ("Papa' mi passi quel rosso pallone?"). Non sempre sono in grado di cogliere cio' che i bambini mi chiedono con forte accento californiano.
Voster semper Voster

domenica 8 marzo 2009

Quando si festeggia il compleanno?

Ne discutevo con mia moglie a cena. Io sono nato a GMT +1 (fuso orario italiano). Quindi il mio compleanno comincia alla mezzanotte ed un secondo del 9 Marzo in Italia. Ne consegue che ho gia' 41 anni e quindi tanti auguri a me, tanti auguri a me..tanti auguri Emigrante....
Quando qualche anno fa pensavo ad un quarantunenne lo immaginavo con i capelli e barba bianchi ed il bastone. Non ho barba bianca perche' non la faccio crescere, sulle tempie da qualche mese non riesco piu' a contare i capelli bianchi, ma niente bastone.
Il fatto di avere due figli mi evita la paura di morire, quando questo accadra' avro lasciato un segno su questa terra. La vita e' dolce qui in California, anche quella fottuta malinconia che mi assale alle 7 della sera di ogni Domenica e' meno struggente.

domenica 1 marzo 2009

Armiamoci e partite!

La nuova casa e' in un posto magnifico ma isolato. Mi capita spesso di essere in viaggio ,sebbene molto meno di quanto fosse un tempo. A mia moglie capitera' di restare sola con i bambini. Il recinto della proprieta' lo salterebbe senza problemi un ladro 70 enne in cattiva forma. Naturalmente ci sara' l'allarme collegato con una centrale di vigilanza ed un cane . Ma in una emergenza, che succederebbe durante il tempo che ci mettono i vigilanti ad arrivare?
L'America che ho visto fin ora ha un tasso di criminalita' minore rispetto all'Italia, meno rapine e furti in appartamento (non esistono grate e porte blindate). Tuttavia ho visto punte di violenza a noi sconosciute. Ad uno che in California viene ucciso per un diverbio al volante, oppure ammazzato perche' aveva la faccia da gang rivale gli dedicano si' e no un trafiletto in terza pagina. Sto meditando di comprare per difesa una pistola (una glock 17) oppure un fucile a pompa (un remington 870).
La legge sulle armi californiana non e' assolutamente permessiva come immaginavo. Anzi e' del tutto simile a quella italiana, chiunque che non sia un criminale ha il diritto di detenere in casa una pistola od un fucile purche' non sia automatico e non abbia un caricatore con piu' di 10 pallottole. Avere l'equivalente del porto d'armi e' anche qui quasi impossibile. L'unica differenza che ho visto e' che si puo' comprare un fucile anche in molti negozi di sport.
Detesto l'idea di possedere un'arma ma sono fortemente tentato.